GIOVANNIRISSONE
PSICHIATRA
MANAGER DELLA SANITÀ PUBBLICA E DELL'EMERGENZA
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Giovanni Rissone - Manager della sanità pubblica e dell'emergenza
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Giovanni Rissone - Una vita da matto vestito da dottore

Rassegna stampa su Giovanni Rissone


da Riforma del 28-09-2012

Un premio per ricordare mille battaglie

Clicca per scaricare l'articolo originale (formato pdf) Giovanni Rissone, già direttore generale di Asl (all'inizio Ussl) in val Pellice, poi a Pinerolo e infine a Torino, ha ricevuto poche settimane fa come importante riconoscimento, il premio "Cesare Pavese" per il suo libro Una vita da matto vestito da dottore (Ed. Tigullio-Bacherontius) per la sezione Narrativa — medico scrittore.
L'autore è uno psichiatra basagliano, ha contribuito attivamente a rivedere l'approccio alla malattia mentale, ha sempre voluto applicare la filosofia basagliana all'intero "sistema salute", mettendo al centro di ogni progettualità la persona.
Leggendo le pagine del libro, autobiografiche, si scoprono (o riscoprono per chi queste battaglie le ha vissute e almeno in parte condivise, ndr) tanti retroscena di importanti battaglie per rendere più umano ed efficiente il servizio sanitario, premiando il merito e le idee e contrastando il malaffare. Il linguaggio è molto diretto e spigliato, fatto di ricordi, di analisi, di risultati, e anche di sconfitte.
"Ero in un momento di crisi — ricorda Rissone —: non ero stato riconfermato come direttore generale (che per me era uno strumento per far salute) e nello stesso periodo erano state arrestate persone di rilievo della Sanità pubblica regionale, a partire dal direttore delle Molinette". Daniele Cerrato, caporedattore della Rai ("un amico vero") seguiva Rissone da tempi lontani, dal 1983 quando si comincia a parlare, in val Pellice, di "far salute, di salute mentale, di attenzione alla persona, tutti concetti che ritroviamo nel mio libro, fatto di ricordi personali, di passione e soprattutto di un obiettivo: mettere al centro di tutto la persona".
Sembrano anni lontani; peraltro erano concetti allora condivisi con grandi personalità non solo della medicina ma anche della cultura eppure oggi, se si parla di sanità...
"In Italia non si vede né gestione né verifica. Spesso sono chiamati a "dirigere" quelli che definirei degli "Yes man", persone che non disturbano mai il manovratore, ma di rado sono preparate — accusa Rissone -. Il libro, così come le mie tante battaglie le ho condivise con grandi compagni di strada: abbiamo creduto, a partire dai "matti", ai diritti e doveri di ogni persona. Per prendersi cura della persona, non solo per curare una malattia".
Molte pagine sono dedicate alla val Pellice: i presidenti della Comunità montana Longo, Coisson, Cotta Morandini, il pastore Taccia, persone che hanno condiviso pezzi di queste battaglie, compresa quella di istituire il primo sistema di pronto soccorso avanzato in collaborazione con la Cri di Torre Pellice. "L'assessore Maccari, che cercò di bloccare il progetto, fu arrestato poco tempo dopo per tangenti proprio sul 118", ricorda amaro Rissone.
Un'amarezza che cresce notando come "molto di quello che era stato innovato è stato distrutto; i due ospedali valdesi sono di fatto chiusi, l'Agnelli, al di là di qualche "lumino" vive una situazione tragica". Eppure la sanità è in Italia una voce di spesa in costante crescita... "Oggi siamo all'80% del bilancio nazionale; ma l'obiettivo — commenta Rissone — non è far salute ma sono le tangenti. Per me è ancor oggi una grande soddisfazione incontrare persone che mi ringraziano per aver attivato questo o quel servizio, ma il futuro della sanità e del paese continua a peggiorare!".
Piervaldo Rostan

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