Rassegna stampa su Giovanni Rissone
da La Stampa del 18-02-2001
L'eccezionale intervento all'ospedale Torino Nord Emergenza. Il paziente: "Mi sento come resuscitato"
Dopo un'ora il suo cuore è tornato a battere
Colpito da infarto è stato salvato dall'équipe di rianimazione
PIOSSASCO - Morto da più di un'ora, resuscita. Il cuore di Sergio Ricci, 47 anni, colpito da un
infarto mentre stava lavorando ai Monopoli di Stato, ha ripreso a battere dopo 72 minuti grazie al
massaggio cardiaco e alla respirazione artificiale eseguiti dall'équipe di rianimazione
dell'ospedale San Giovanni Bosco, piazza del Donatore di Sangue 3.
"Mi sento un miracolato - racconta il paziente, sposato, 2 figli, attualmente ricoverato per la
riabilitazione a Villa Serena, una casa di cura di Piossasco, a oltre 30 chilometri da Torino -, ancora
non mi sembra vero: è come se fossi nato una seconda volta".
Pochissime persone al mondo sono riuscite a sopravvivere dopo un arresto cardiaco così lungo, il
caso di Sergio Ricci è ancora più eccezionale per l'assenza di danni cerebrali. I fatti
risalgono al 23 Febbraio scorso, ma solo l'altro ieri l'uomo è stato dimesso dal San Giovanni Bosco
per essere trasferito a Villa Serena. "Dopo essermi ripreso dall'infarto sono stato in coma 8 giorni -
prosegue Sergio Ricci -, quando mi sono svegliato ero, ovviamente, molto debole e i medici hanno preferito
tenermi sotto controllo per essere certi che non insorgessero complicazioni". Quando era arrivato al
pronto soccorso del San Giovanni Bosco il suo cuore non era ancora gravemente compromesso, l'infarto era
stato lieve. Dopo mezz'ora però l'infarto si è esteso e il cuore si è fermato.
L'équipe del pronto soccorso ha subito iniziato la rianimazione cardiopolmonare avanzata,
ricorrendo anche all'uso di farmaci, secondo gli schemi indicati dall'American Heart Associazioni e
dall'European Resuscitation Council. "Non ci siamo persi d'animo - commentano i medici e siamo andati
avanti oltre i 30 minuti di terapia previsti. In realtà non esiste una normative precisa sui tempi
della rianimazione, ma è consuetudine praticarla per circa, mezz'ora. Noi, però non abbiamo
voluto arrenderci e siamo andati avanti più di un'ora, nonostante l'elettrocardiogramma fosse
rimasto piatto per tutto quel tempo. Si trattava di un uomo giovane e in buone condizioni di salute, non
ce la siamo sentita di smettere di tentare". Un impegno premiato: dopo 72 minuti il cuore di Sergio Ricci,
ha ripreso a pulsare. Ma un'altra preoccupazione assaliva i medici: il rischio di un danno al cervello
provocato dall'eccessiva interruzione cardiaca. L'elettroencefalogramma ha, però, dimostrato che
non c'era nessuna complicazione.
Ulteriori esami neurologici hanno allontanato il timore di danni cerebrali. Comprensibile, quindi, la
soddisfazione tra il personale dell'ospedale dell'Asl 4. "Vogliamo sottolineare - precisano dalla
direzione - che il successo dell'operazione dipende dall'ottima sinergia tra i medici, e gli infermieri".
Sergio Ricci potrà presto riprendere la vita di sempre. "Spero di riuscire a smettere di fumare -
dice -, non voglio sprecare la fortuna di essere nato una seconda volta. Quei medici sono stati
straordinari. Senza la loro professionalità e il loro coraggio io non sarei più qui".
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