GIOVANNIRISSONE
PSICHIATRA
MANAGER DELLA SANITÀ PUBBLICA E DELL'EMERGENZA
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Giovanni Rissone - Manager della sanità pubblica e dell'emergenza
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Giovanni Rissone - Una vita da matto vestito da dottore

Rassegna stampa su Giovanni Rissone


da Giornale di Sicilia del 13-02-2001

L'intervento, durato quattordici ore, è stato effettuato al S. Giovanni Bosco di Torino. Interrotta per alcuni minuti pure la circolazione extracorporea. Sciolta la prognosi

Morte artificiale in sala operatoria per salvare una malata di aneurisma

Clicca per scaricare l'articolo originale (formato pdf) TORINO. Un eccezionale intervento chirurgico, durato quattordici ore, eseguito dalle équipe di neurochirurgia e cardiochirurgia dell'ospedale San Giovanni Bosco di Torino, ha consentito di salvare la vita ad una donna di 52 anni, affetta da un aneurisma gigante del circolo cerebrale, la cui parziale rottura aveva determinato episodi di ripetuta emorragia cerebrale, con necessità di ventilazione artificiale e terapia intensiva da oltre un mese.
L'intervento chirurgico di ricostruzione del vaso cerebrale è stato eseguito dopo avere portato la paziente in circolazione extracorporea, e potendo così raffreddare il suo organismo a 18 gradi. In questo modo è stato consentito all'équipe, guidata dal professori Riccardo Boccaletti, specialista in neurochirurgia vascolare, e Mauro Cassese, cardiochirurgo, di operare senza che il cervello subisse danni in assenza totale di flusso del sangue.
E proprio questo fatto, ossia l'assenza ematica è ciò che ha consentito al neurochirurgo di poter aprire l'aneurisma e rimodellare il vaso malformato.
Immediatamente dopo questa fase è iniziato il procedimento assolutamente più delicato, quello che ha portato la paziente in uno stato di morte artificiale, con interruzione temporanea della circolazione extracorporea, per poter aprire l'aneurisma ed applicare clips di titanio per rimodellare il vaso malformato.
In seguito, completato l'intervento neurochirurgico è ripreso il riscaldamento della paziente in circolazione extracorporea, dopo qualche tempo il cuore della donna ha ripreso a battere spontaneamente, segno chiaro della riuscita della parte più ardita dell'intervento.. Dopo una degenza di venticinque giorni in rianimazione, il primario del reparto di anestesia e rianimazione dell'ospedale torinese Enrico Visetti, molto soddisfatto per come stanno procedendo le case, ha sciolto la prognosi "in quanto la paziente ha manifestato lenti ma costanti miglioramenti, anche se per ora non può essere ancora trasferita in un normale reparto di degenza".

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