GIOVANNIRISSONE
PSICHIATRA
MANAGER DELLA SANITÀ PUBBLICA E DELL'EMERGENZA
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Giovanni Rissone - Manager della sanità pubblica e dell'emergenza
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Giovanni Rissone - Una vita da matto vestito da dottore

Rassegna stampa su Giovanni Rissone


da L'Eco del Chisone del 06-07-1995

Il "cittadino semplice" nel poliambulatorio

Clicca per scaricare l'articolo originale (formato pdf) Questa è la storia del cittadino semplice Luciano, operato al Civile di Pinerolo. Non che l'idea lo entusiasmasse, ma quel continuo dolorino e il consiglio del medico lo hanno convinto a farsi togliere il fastidio.
A febbraio il chirurgo conferma la necessità dell'intervento, gli chiede quale ospedale abbia scelto e gli suggerisce, con cautela, che sarebbe opportuno rivolgersi alla tale clinica. Ma il nostro sconsiderato non segue l'amichevole consiglio e viene prenotato all'"Edoardo Agnelli" per il 13 giugno.
Esami, analisi e digiuno il primo giorno; intervento e digiuno il secondo giorno, partecipazione ai lauti banchetti dell'hotel il terzo e dimissioni nella mattinata del quarto.
L'ospedale è quello che con tutti gli acciacchi mal curati della sua vecchiaia, ma l'assistenza del personale è buona, l'équipe chirurgica professionalmente valida, anche se un po' troppo anonima per chi è trepido in un letto, in attesa di eventi pressoché misteriosi; nelle visite si alternano sempre medici diversi che, in sala operatoria, avranno cura di mascherarsi per non farsi riconoscere dalle loro vittime... Insomma un bel sette più a chi nell'ospedale lavora è un pietoso "non classificato" alla struttura e ai servizi. Il bello avviene una settimana dopo, quando il cittadino semplice Luciano si presenta, puntuale, alle 8,30 in via Montebello, per farsi togliere i punti di sutura. La sala è piena, tutti sono stati convocati alla stessa ora; a lui tocca il numero 96, che non si può neppure giocare al lotto. Poiché non c'è posto a sedere, se ne va e ritorna dopo un paio d'ore. La sala è ancora piena, fa caldo e siamo solo al numero 78.
Si sa che i pazienti, anche se hanno la testa rotta, la ferita da medicare, i punti di sutura da togliere, sono pazienti e pazientano mugugnando rassegnati. Ma il nostro incosciente è meno paziente di tanti altri; si ricorda che il megadirettore dell'Azienda Usl aveva invitato a rivolgersi a lui direttamente se i servizi non funzionano, esce un'altra volta e gli telefona. Dopo pochi minuti piomba in via Montebello il direttore sanitario che ispeziona alcune sale dell'ambulatorio e, probabilmente, ha qualche scambio di opinione con i responsabili presenti.
Finalmente, alle 11,30 precise, l'infermiera toglie i punti at numero 96, il chirurgo (non quello dell'amichevole consiglio di febbraio) controlla la ferita, ma quando legge il nome dell'impaziente ha un sussulto: "È lei il cittadino semplice Luciano? Telefoni subito al megadirettore. Comunque questo è un ambulatorio, noi dobbiamo ricevere tutti quelli che vengono e non possiamo programmare. Buongiorno".
Seconda telefonata e la bella notizia da parte del direttore: "Da domani più niente code di ore in via Montebello. Le prenotazioni saranno scaglionate".
Luciano Cavallone

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