Rassegna stampa su Giovanni Rissone
da L'Eco del Chisone del 24-12-1987
Viabilità nel pinerolese nello studio del Dott. Rissone a partire dagli incidenti
Strage sulle nostre strade: 40 morti, 1.018 feriti, costo sui 10 miliardi
Uno studio scientifico sugli incidenti stradali nel pinerolese nei primi 11 mesi del 1987 - I punti neri: le due statali Torino - Pinerolo, specie la SS 23, il
Bivio di Cumiana, Frossasco, Bricherasio, Porte, Riva e Piscina - Sulla statale 23 a partire da Mirafiori 110 accessi collaterali - Mancano nella statistica i morti
e feriti dirottati su Torino - La strada inadeguata è un costo troppo alto per la salute e la vita dei cittadini - Dieci miliardi all'anno in un settore che
accusa coloro che in posizione immobilistica non sanno dare al pinerolese una viabilità efficiente e sicura - È ora che i politici facciano una scelta
Avuta la più totale disponibilità del Coordinatore del Dea di Pinerolo e del Direttore sanitario
dell'Ospedale Agnelli di Pinerolo, ho fatto effettuare una precisa analisi dei referti medici di questo Pronto
Soccorso che è la stazione di arrivo di quasi tutte le persone infortunate della zona considerata, che
comprende le Statali Torino - Pinerolo, le strade del Pinerolese, la Pinerolo - Bobbio Pellice, la Pinerolo -
Pragelato: strade con traffico che va dalla bicicletta, al Tir, al trattore, ai pullman, alle macchine veloci;
strade che risultano di campagna per tutti gli accessi laterali (nella Torino - Pinerolo via Stupinigi se ne
contano più di 110), e quindi, per il traffico vario che servono, sono di altissimo grado di
variabilità di flusso e possibilità di incidente.
L'analisi dei dati, quindi, che la dott.ssa Pastorino del Sistema Informativo dell'Ussl ha ricercato sulle fonti
citate (tutti i referti e le prognosi riservate confrontati con le cartelle cliniche per verificare se la causa
dell'infortunio fosse legata ad un incidente stradale) obbligano ad una seria riflessione ed assunzione, a tutti
i livelli, delle proprie responsabilità in modo non più procrastinabile. Il periodo considerato
più che ampio e scientificamente valide, essendo un trend di 11 mesi: dal'1 gennaio 1987 al 30 novembre
1987.
Sono dati certi, possono essere al massimo inferiori al reale per la difficoltà di reperire i dati delle
Statali per Pinerolo nei tratti prossimi a Torino, in quanto è presumibile che le ambulanze portino i
feriti o i moribondi agli ospedali torinesi più vicini.
Dall'1 gennaio 1987 al 30 novembre 1987 vi sono stati 1.018 feriti, 40 morti e 472 incidenti: 3,3 feriti al
giorno e 1 morto alla settimana in media. Ci sono state inoltre 39 prognosi riservate per persone gravemente lese
in incidenti stradali: 30 di queste persone sono state trasferite negli ospedali di Torino.
Dei 1.018 feriti, 286 sono stati ricoverati all'Ospedale Agnelli: 160 con prognosi inferiore ai 20 giorni e 126
con prognosi superiore ai 20 giorni. Delle 715 persone ferite non ricoverate, 666 hanno avuto una prognosi
inferiore ai 20 giorni e 49 superiore ai 20 giorni.
I mesi con maggiore incidenza di feriti sono stati maggio (114), giugno (103), luglio (116), agosto (106),
novembre (120); negli altri mesi considerati si ha una media di 79,6 feriti.
Rispetto alle fasce d'età la più colpita è quella fra i 18 ed i 40 anni: 623 feriti (61,2%);
gli altri feriti si distribuiscono in ordine decrescente con l'avanzare della fascia d'età (es.: 35 feriti
oltre 71 anni, 39 feriti nella fascia 0-10 anni).
Rispetto ai luoghi in cui si sono verificati gli incidenti, le Statali Torino - Pinerolo, le strade di Pinerolo e
del Pinerolese assorbono circa il 65% dei feriti e morti, le strade della Val Pellice circa il 25% e quelle della
Val Chisone circa il 10%. I "punti neri" stradali sono ad Airasca, Pinerolo, Bivio di Cumiana, Bricherasio, Porte,
Luserna S. Giovanni, Vigone, Frossasco, Villar Perosa, Cercenasco, None, Riva, Cavour, Piscina.
Credo sia utile fare anche alcune precisazioni e riflessioni sul rapporto costo / beneficio di questa "guerra".
I costi umani, esistenziali, i drammi, i problemi, che i parenti e/o gli interessati hanno, vivono, sono intuibili.
I danni sanitari dovuti alla viabilità sono evidenti.
Ma vi sono anche dei costi economici per la collettività. Voglio affrontarli, non per cinismo ma per
realismo, perché l'aspetto economico è un problema reale, perché c'è una questione
economica a fianco di quella umana.
Morti: l'indennizzo varia in base al reddito, la media è di 120-150 milioni a persona: calcolando in
sottostima 130 milioni, 40 morti significano in costi economici come minimo 5 miliardi e 200 milioni.
Feriti: contando solo i ricoveri, per una degenza media (che a sottostimata) di 20 giorni e considerando come
costo di degenza media ospedaliera solo il costo della degenza base ospedaliera del valore di 200.000 lire
giornaliere (dato molto inferiore alla realtà, se si pensa che il costo di degenza giornaliera a molto
più alto per i reparti chirurgici ed ortopedici), le 5.720 giornate di degenza così sottostimate
portano alla cifra di 1 miliardo e 144 milioni.
Riparazione auto: secondo i dati Isvap (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private) riparare un'auto
costa in media 1 milione e 300.000 lire, considerando il minimo rilevato di 472 incidenti e valutando, in difetto,
una media di 2 autovetture coinvolte (pochi sono gli incidenti di singole autovetture e molti con più mezzi
e di svariato tipo coinvolti), il costo minima è stato di 1 miliardo 227 milioni e 200.000 lire.
Il costo minimo economico è stato per il periodo considerato di lire 7 miliardi 571 miliardi e 200.000 lire:
in realtà la cifra e di molto superiore: bisognerebbe valutare il costo di 705 interventi ospedalieri per i
feriti non ricoverati ma curati, i costi dei servizi di soccorso, gli eventuali sussidi per i nuclei orfanili, i
costi delle invalidità permanenti (media di 350 milioni per persona), i costi di interventi sanitari
terapeutici e riabilitativi successivi al primo intervento, ecc.
Ma è sufficiente, per chi vuol ragionare, sapere che, proiettando questi dati sanitari / economici nei 10
anni passati (e spero non lo si debba più fare nei prossimi 10), si può calcolare con
approssimazione certa, essersi verificato un totale di 400 deceduti circa e 10.000 feriti circa e, sotto il
profilo economico, ammontando, sempre non in eccesso ma in grosso difetto, il costo annuale a 10 miliardi, si
può calcolare che il costo economico totale sia stato almeno di 100 miliardi.
Considero il periodo di 10 anni, in quanto è da allora che si discute su questo problema.
Non so quanto costino un nuovo asse di Valle, un'autostrada, una superstrada ecc., ma credo che questi dati
facciano riflettere, in quanto non manipolabili, e spero siano un contributo per chi vuole cambiare.
Intanto non esiste ad oggi la Rianimazione presso l'Ospedale "Agnelli" di Pinerolo, le Delibere delle Uussssll
43 (Val Pellice) e 44 (Pinerolo) in cui era stata definita in dettaglio la soluzione di un Centro di Coordinamento
per le urgenze / emergenze presso il Dea, con 3 ambulanze con medico a bordo 24 ore su 24 (1 all'Ospedale Valdese
di Torre Pellice, 1 a Pomaretto e 1 all'Ospedale Agnelli), ambulanze dotate di farmaci ed apparecchi per
l'emergenza, sono rimaste, a distanza di due anni, lettera morta.
Bisogna intervenire a diversi livelli per prevenire questa causa di danno alla salute e morte o invalidità.
I livello: bisogna evitare che l'incidente avvenga. Bisogna intervenire sui "punti neri" stradali ed affrontare
la costruzione di nuovi percorsi stradali; questo è compito dei politici.
II livello: è quello del minimizzare le conseguenze immediate dell'incidente; è sempre un compito
politico, anche se il livello è nazionale (obbligo delle cinture di sicurezza, dispositivi per i bambini,
ecc.).
III livello: è tecnico / politico, ed è connesso con il soccorso e la terapia di urgenza delle
lesioni.
La realizzazione del Reparto di Rianimazione presso l'Ospedale Agnelli e l'attuazione delle deliberazioni
(esecutive da circa 2 anni) relative all'organizzazione efficace del soccorso urgente non è più
differibile.
L'abnegazione dei Carabinieri, dei Vigili del Fuoco, dei Volontari delle Croci Rosse e Verdi della Polizia
Stradale (il cui organico continua ad essere molto insufficiente rispetto ai compiti che esplicano seriamente),
dei Medici del Pronto Soccorso, rischia di essere vanificata.
Si scelga ufficialmente, a partire anche da questi dati: se si vuole cioè che questa situazione continui
(anzi peggiori) o no.
Chiedo che le volontà politiche siano esplicite e chiare: 1.018 feriti, 40 morti, 7 miliardi e mezzo in 11
mesi, dati inferiori al reale, obbligano ad un preciso impegno e responsabilità.
Il Coordinatore Sanitario Comunità Montana Val Pellice Ussl 43
Rissone dott. Giovanni
Sulla statale 23
Ancora una vettura contro i platani
Ennesimo incidente sulla Strada Statale 23, al km. 21, venerdì scorso. Sembra che l'incidente sia dovuto al
materiale cosparso sul manto stradale per non farlo ghiacciare. Secondo una dinamica ancora sconosciuta, due
vetture provenienti dal centro di Airasca e dirette a Torino, una Uno condotta da Marco Filippa, di Piossasco,
con a fianco Irene Rolle di Candiolo, e un'Alfa Romeo Giulietta, guidata da Roberto Nicola, di Carignano frazione
Tetti Bagnoli, si sono scontrate. La Uno, dopo l'urto è andata a cozzare contro i platani che fiancheggiano
la Statale. Il conduttore e la passeggera sono stati trasportati al Cto di Torino dai volontari della Croce Verde
di Vinovo.
E. M.
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