GIOVANNIRISSONE
PSICHIATRA
MANAGER DELLA SANITÀ PUBBLICA E DELL'EMERGENZA
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Giovanni Rissone - Manager della sanità pubblica e dell'emergenza
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Giovanni Rissone - Una vita da matto vestito da dottore

Rassegna stampa su Giovanni Rissone

da L'Eco del Chisone del 05-06-1986

Dott. Rissone: "Sono passati otto anni dalla riforma"

Clicca per scaricare l'articolo originale (formato pdf) Egregio Don Morero,
avevo deciso di stare ad osservare il dibattito espresso sul suo giornale sulla questione del far salute mentale nei confronti dei cittadini della Ussl 44 (Pinerolo).
Non posso però esimermi dall'intervenire a causa delle affermazioni "non estrapolate" del dott. Desana ("Eco del Chisone" del 22 maggio 1986).
Come psichiatra che lotta da molti anni per condizioni favorevoli al far salute mentale, prima nel manicomio poi, dal 1978, in Val Pellice (Ussl 43, in cui sono anche impegnato dal 1981, nella lotta per far salute complessivamente nel ruolo di Coordinatore Sanitario), intendo anzitutto esprimere il mio più sincero appoggio e solidarietà, nei confronti di coloro che, sul suo giornale, hanno espresso il più che legittimo, utile, necessario diritto alla libertà di pensiero e critica (familiari, sindacalisti, psicologi).
Per ciò che riguarda la difesa del dott. Desana, mi pare che riproponga il malvezzo di andare a cercare in casa d'altri (leggi Ussl 42 e 43) le giustificazioni di quanto non funziona in casa propria ed a tal proposito non guasta ricostruire brevemente la verità storica dei fatti.
La Riforma Psichiatrica è sancita con legge (180-833) dal 1978.
Otto anni sono passati, di cui cinque di gestione da parte delle Ussl. Al maggio 1986 la Ussl 44 non ha provveduto ad adeguare la pianta organica del Servizio per la Salute Mentale ai livelli minimi pensabili e sanciti dall'allegato 18 della legge regionale n. 7, che è del 1982.
Le Ussl 42 e 43 hanno ciascuna una popolazione di circa 22.000 abitanti, a fronte dei circa 80.000 della Ussl 44 di Pinerolo.
Ogni Ussl ha un suo servizio per la Salute Mentale e solo per l'eventualità di ricoveri ospedalieri utilizzano tutte e tre lo stesso presidio, costituito dal S.P.D.C. (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura), situato dall'ottobre del 1978 presso l'Ospedale "E. Agnelli" di Pinerolo.
Nel 1984, ad esempio, in questo Presidio Multizonale con 15 posti letto sono state ricoverate 60 persone residenti nella Ussl 42 della Val Chisone, 29 della Ussl 43 della Val Pellice, 158 della Ussl 44 di Pinerolo e 42 persone di altre Ussl; questi ricoveri hanno corrisposto, in giornate di degenza, per la Val Chisone a 965 giorni, per la Val Pellice a 441, per Pinerolo a 2923.
II S.P.D.C. serve e viene utilizzato dal 1978 non in maniera uguale dai tre servizi per la Salute Mentale delle tre Ussl, come anche i dati obiettivi sopra citati dimostrano in modo eclatante. I turni infermieristici e medici per la gestione del S.P.D.C. sono stati sempre forniti da tutto il personale dei servizi per la Salute Mentale delle tre Ussl. Alla proporzione di utilizzo non ha corrisposto la proporzione dei turni dei tre Servizi per la Salute Mentale, a scapito però dei servizi delle Valli Pellice e Chisone.
Chi, oggi, ci conferma la sua ampia, totale e fattiva disponibilità e collaborazione (sarebbe ora), è sempre stato latitante, e quando si strappavano faticosamente incontri, in uno fu anche presente la Regione anni fa, o promettevano un cambiamento che poi non si verificava o dilazionavano.
Abbiamo detto basta, perché coprire chi non fa, non serve alla salute mentale della popolazione pinerolese e danneggia le altre. Per solidarietà nei confronti di questa non sono stati tolti, come dovuto e logico, turni in numero proporzionale all'utilizzo del S.P.D.C., ma forniamo turni più numerosi, proporzionati al minimo necessario di pianta organica dei Servizi per la Salute Mentale, e per quanto riguarda i medici ancora di più fino a settembre, dando 9 mesi di tempo alla Ussl 44 per assumere i suoi, peraltro più pagati.
Dico questo non tanto per favorire l'informazione corretta sui fatti a chi paga per "suoi" servizi, ma perché è pericoloso non vedere i problemi nella loro completezza e verità: perché impedisce il cambiamento necessario.
Se il dott. Desana crede in quello che ha scritto, sarà bene che ci ripensi: rischia di avere critiche, sui fatti, più pesanti, per danni certi cui va incontro.
Certo, il suo compito è difficile per le condizioni della sua Ussl, in questo ha la mia solidarietà, ma ha ed avrà critiche se, come sta risultando, confonde responsabilità con verticismo primariale, se vede nel ruolo attuale e futuro dell'infermiere psichiatrico quello di un "controllore", come ha scritto, se pensa che il Servizio Mentale è efficace (sono sempre le sue parole) per l'operatività di corretta gestione del Reparto Ospedaliero".
È come dire: se un Pronto Soccorso funziona bene, consente e favorisce (anzi "permette") una buona circolazione stradale e minori incidenti!
Sono contento che al dott. Desana piaccia Prà Catinat e l'Hotel Milano di Loano (pubblicità a parte), ma questo è tutto quello che capisce del problema della risocializzazione e riabilitazione? Sono le uniche soluzioni, iniziative, che vede? Per le Comunità, sa che ci sono anche cooperative, il cosiddetto privato sociale, il volontariato, per poter partire subito con Comunità Alloggio, per risoggettivare e riabilitare, per evitare anche le situazioni patologiche conflittuali familiari?
La cosiddetta malattia mentale deve essere affrontata considerando l'uomo nella sua unitarietà e complessità biologica, psicologica, socio-economica, nella sua dignità e libertà.
La delibera delle Ussl 42 e 43 da al dott. Desana un grosso strumento: la Commissione tecnica dei Responsabili dei tre servizi per la Salute Mentale, per uno spazio di confronto per la programmazione, valutazione, verifica di quello che si fa ed intende fare. Se la convocasse, il dott. Desana sarebbe sempre il Primario del Servizio per la Salute Mentale dell'Ussl 44 e del S.P.D.C., ma meno solo e senza il rischio di avere "in bocca" la 180, il far salute mentale, ed in testa il manicomio; sarebbe uno psichiatra e non un vassallo di altri, con altri interessi ed obiettivi.
Se no, abbia il coraggio di dire quello che pensa e vuole, e se ne assumerà le conseguenze e responsabilità e dovrà rassegnarsi al fatto che finché c'è democrazia e libertà non può impedire ad altri cittadini con altri ruoli e "status ruoli" di esprimere le loro opinioni: legittime, validanti o invalidanti l'operato del Servizio Pubblico di cui è responsabile, che loro pagano con le tasse, tickets, anche.
Grazie per l'attenzione.
Dott. Giovanni Rissone
resp. S.S.M. e coordinatore sanitario Ussl 43 - Val Pellice


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