GIOVANNIRISSONE
PSICHIATRA
MANAGER DELLA SANITÀ PUBBLICA E DELL'EMERGENZA
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Giovanni Rissone - Manager della sanità pubblica e dell'emergenza
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Giovanni Rissone - Una vita da matto vestito da dottore

Rassegna stampa su Giovanni Rissone


da La Repubblica del 04-10-2003

Brigandì smentito

Clicca per scaricare l'articolo originale (formato pdf) Il PM Padalino, che indaga sulla presunta truffa alla Regione attraverso i rimborsi alluvionali truccati, ha sentito come testimone Franco Barberi, l'ex direttore della Protezione Civile, che ha portato al magistrato la direttiva ministeriale che stabiliva che la Regione dovesse fare verifiche sulle autocertificazioni dei bialluvionati. Un documento interessante: l'ex assessore Brigandì sosteneva l'opposta.

"Pronto a collaborare con i pm"

Ferro: posso aiutarli a scoprire eventuali illeciti in assessorato

Nega. Nega anche oggi che vive dietro le sbarre. Si difende strenuamente. E contrattacca. Della sua cella nel carcere di Cuneo Ciriaco Ferro, il direttore regionale della sanità arrestato lunedì per corruzione e usura, ribatte puto per punto, per il tramite del suo avvocato Luca Della Torre, alle accuse contro di lui. Se la prende anche con il suo partito, i Ds, per averlo scaricato. E lancia un messaggio ai pm: "Se volete ascoltarmi, vi spiego come funziona l'assessorato. Ma non potete chiedermi di ammettere una corruzione che non ho compiuto".
Dottor Ferro, qual è il suo stato d'animo in queste ore?
"Sono profondamente dispiaciuto ma anche sereno. So che la montagna di accuse che mi sono rivolte è infondata. La mia colpa non è l'usura e non è la corruzione. Semmai un'altra".
Qual è la sua colpa?
"La mia colpa è l'amicizia. Nel senso che la mia amicizia con il titolare della Bernini, Salvatore Verducci, può aver suscitato dei malintesi. Può aver fatto pensare che lo abbia favorito in modo illecito, invece mi sono limitato, in qualche occasione, a sveltire delle pratiche nell'interesse dei pazienti e degli stessi dipendenti delle cliniche".
E l'usura?
"Avrei prestato dei soldi, tanti soldi, a un signore, Domenico Cotroneo, che non conoscevo e che dice di non conoscermi?".
Nega su tutta la linea?
"Se la Procura pretende che io confessi reati che non ho commesso, non posso fare altro che negare. Questa non significa che non possa aiutare i magistrati a comprendere quadro complessivo della vicenda".
In che modo?
"Per capire questa storia e anche il mio comportamento è necessario fare un passo avanti ed entrare nei meccanismi che regolano la vita della pubblica amministrazione. Se i pm vogliono capire come funziona l'assessorato e dove sono i centri nevralgici, i punti-chiave dove si possono anche insinuare eventuali comportamenti illeciti, in questo li posso aiutare".
Lei si dice profondamente dispiaciuto. In queste ore difficili qual è l'aspetto che le ha fatto più male?
"Mi è dispiaciuto il comportamento del mio partito, i Ds. Mi ha deluso il comunicato dei segretari piemontese e torinese, Marcenaro e Larizza, che hanno subito preso le distanze senza nemmeno attendere la verifica delle accuse. Soprattutto mi hanno deluso le cose che ha detto in un'intervista a Repubblica il consigliere regionale Roberto Placido. Che comincia distinguendo tra coloro che fanno parte delle aree tematiche e i militanti del partito. Che discorso è: io sono un ... come tanti altri e pago regolarmente la tessera tutti gli anni".
Nonostante il ruolo importante di braccio destro di un assessore di An, lei si sente ancora diessino?
"Io lo sono. Del resto, perché avrei dovuto continuare a pagare la tessera se non ero convinto? Per buttare via i soldi? Nessuno mi costringeva a farlo, anzi. È chiaro che se fossi passato a una forza politica del centrodestra avrei potuto trarne qualche vantaggio visto il ruolo che ricopro. Se non altro avrei fatto cessare le periodiche pressioni sull'assessore per trasferirmi altrove".
Eppure Placido l'ha spesso attaccata pubblicamente in questi anni. Dice anzi che la sua recente riconferma nell'incarico come quella di altri dirigenti della sanità era scritta anche prima di conoscere l'esito ufficiale del concorso. Come risponde?
"Che è un'accusa gravissima. Ho sentito che Placido è andato a depositare da un notaio l'elenco di coloro che avrebbero vinto il posto, come fa Giucas Casella con i risultati delle partite di calcio. Ma qui non stiamo giocando. Se Placido ha le prove che la mia riconferma è stata illecitamente pilotata, vada in Procura e le esibisca. Altrimenti sarò io a tutelarmi penalmente".
Paolo Griseri

Cotroneo, arresti a casa

Agli arresti domiciliari Domenico Cotroneo, il prestasoldi del casinò di Saint Vincent arrestato lunedì con l'accusa di usura nell'ambito dall'inchiesta che ha portato in carcere anche Ciriaco Ferro. L'avvocato aveva fatto istanza di scarcerazione giovedì al termine di un primo interrogatorio davanti ai pm chiesto espressamente dal magistrato Paolo Storari dopo l'interrogatorio di garanzia. Secondo l'accusa Cotroneo, che è difeso dall'avvocato Corrado Bellora, avrebbe preso parte, insieme a Ferro e a un imprenditore privato, Salvatore Verducci, a un "giro" di usura. Ieri è stato sentito di nuovo per sei ore negli uffici della Procura e in serata è stato scarcerato.

Dopo la denuncia a Repubblica

Perquisizione per l'appalto con tangente

È stato sentito ieri nella caserma della Guardia di Finanza, Angelo M. (il nome è di fantasia), l'uomo che ha rivelato a Repubblica di aver pagato una tangente di tre milioni di vecchie lire tre anni fa per l'appalto di una campagna pubblicitaria per il reclutamento degli infermieri. Gli agenti hanno perquisito ieri sera la casa dell'uomo che Angelo M. ha indicato: questo lo avrebbe avvicinato e gli avrebbe chiesto di pagare il dieci per cento sulla cifra totale dell'appalto. Si tratta del proprietario di un'azienda che produce prestampati e che lavora spesso con l'assessorato. L'uomo, secondo quanto ha raccontato Angelo M., era presente il giorno in cui la commissione vagliava le proposte dei concorrenti alla gara ed è lo stesso che qualche settimana dopo ha aspettato che uscisse dall'ufficio per chiedergli la tangente. Infine in seguito a qualche giorno di ritardo nel pagamento avrebbe minacciato di fare del male a lui e alla sua famiglia se non avesse ricevuto immediatamente i soldi.
Angelo M. sostiene di aver ricevuto quella visita in attesa solo dopo aver vin- ... essere in effetti a conoscenza di particolari che possano provare con certezza che I'uomo fosse incaricato da qualcuno dei dipendenti dell'assessorato di ritirare la "bustarella". I finanzieri stanno cercando di scoprire se vi sia qualche collegamento tra l'uomo e il personale dell'assessorato. E stanno cercando di capire se la vicenda sia in qualche modo riconducibile alle accuse che hanno portato in carcere Ciriaco Ferro il dirigente degli uffici regionali della sanità accusato di aver favorito alcune cliniche private della città in cambio di auto, barche e incontri sessuali con prostitute. Angelo M. ha spiegato di aver incontrato Ferro una sola volta in occasione di una cena in un ristorante di Torre Pellice alle quale erano presenti anche altri dipendenti dell'assessorato. Ma né con lui direttamente, né con gli altri ha mai parlato della tangente. Angelo M. ha anche spiegato di aver avuto la sensazione che la gara alla quale era stato invitato fosse in qualche modo pilotata e che lui fosse stato prescelto per vincere l'appalto e poi pagare i tre milioni.
(o. giu.)

Nell'ottobre di due anni fa il sottosegretario telefonò a Odasso: "Come mai fai concorsi senza avvisarmi?"

Le raccomandazioni di Martinat

Dalle intercettazioni spuntano gli interventi dei politici per i primari

L'intreccio tra politica e sanità è una delle chiavi di lettura indispensabili per comprendere la genesi degli scandali di questi anni. Una chiave irrinunciabile anche perché il settore sanitario assorbe il settanta per cento del bilancio regionale. L'intreccio era già emerso ai tempi dell'inchiesta su Luigi Odasso, l'ex manager delle Molinette arrestato nel suo ufficio il 19 dicembre 2001. Oggi è possibile vedere più da vicino peccati veniali e peccati gravi degli uomini della politica, intercettati mentre sfilano al telefonino dell'ex manager delle Molinette alla ricerca di favori e prebende.
Uno del campi di battaglia più frequenti sembra essere quello della nomina dei primari. Scelte sulle quali si verificano non di rado vere e proprie zuffe con pressioni sempre più potenti. Il 5 ottobre 2001, alle 14,16, il cellulare di Luigi Odasso, "Gigio" per gli amici, registra una telefonata con Ugo Martinat, potente viceministro delle infrastrutture e leader incontrastato di An in Piemonte. Si Legge nella trascrizione dei finanzieri all'ascolto: "Martinat chiede (a Odasso n.d.r.) come mai fa dei concorsi senza avvisarlo. Gigio chiede quali concorsi e Martinat risponde quello di anestesia. Gigio dice non c'è problema e chiede qual è il nome segnalato e Martinat dice B.. Gigio dice che lo ritiene un bravo ragazzo e Martinat dice che allora non lo vede bene. Gigio dice che allora lui è un furbone. Gigio dice che poi parleranno a quattr'occhi". Il senso dell'ultima parte del colloquio è ambiguo. Martinat sembra far capire a Odasso che non gli interessa tanto la nomina di B. a primario di anestesia quanto il fatto di essere consultato prima di procedere a nomine tanto rilevanti. Ma questa, naturalmente, è solo una delle possibili interpretazioni. In ogni caso Odasso e Martinat si vedranno "a quattr'occhi" per potersi spiegare meglio.
Una seconda intercettazione sull'intervento dei politici nelle nomine del primario è del 21 novembre 2001. Alle 21 di quel giorno tal Sergio chiama Gigio Odasso. Si Legge nelle trascrizione: "Sergio chiede chi fa le nomine dei primari e Gigio risponde i direttori generali. L'interlocutore chiede: "Non l'assessore regionale?" e Gigio risponde: "No, no, l'assessore regionale fa le raccomandazioni, come al solito, se gli danno, detto tra virgolette, il benefit". I due poi si mettono a ridere. Gigio gli chiede dov'è il problema e Sergio dice Asti per la nomina del primario di cardiologia. Gigio dice subito che quella nomina la fa l'assessore all'assistenza e che lui ha già bisticciato perché lui aveva mandato uno dei suoi, M. e poi se l'è ritirato e ha detto alla Cotto (assessore regionale all'assistenza n.d.r.) che ritira uno con le palle per lasciare il posto a una deficiente. Gigio chiede (a Sergio n.d.r.) chi sponsorizza e il nominativo è B. Sergio poi chiede da dove arriva 'sta Cotto e Gigio dice che è nostra è di Forza Italia.
Gigio si vanta che in Piemonte c'è solo lui che sceglie i primari che vuole nominare.
Comunque Gigio gli consiglia di parlare con suo padre visto che la Cotto è sua amica e quindi può dargli una mano".
(p. g.)

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