GIOVANNIRISSONE
PSICHIATRA
MANAGER DELLA SANITÀ PUBBLICA E DELL'EMERGENZA
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Giovanni Rissone - Manager della sanità pubblica e dell'emergenza
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Giovanni Rissone - Una vita da matto vestito da dottore

Rassegna stampa su Giovanni Rissone


da La Stampa del 15-08-2001

La salute in Pinerolo. Una storia a lieto fine

La polemica con la regione

Clicca per scaricare l'articolo originale (formato pdf) "Il nostro ospedale copre settori dell'emergenza che sarebbero delle Molinette o del Cto, però il relativo budget è rimasto là. Nonostante ciò a noi viene detto che siamo in disavanzo". Giovanni Rissone, direttore generale dell'Asl 4 e del San Giovanni Bosco, è infuriato. Il caso del bimbo salvato dai suoi medici a Pinerolo è emblematico: "D'Ambrosio e Ghigo dicono che spendiamo troppo per beni e servizi, cioè per acquistare attrezzature per le sale operatorie e i reparti. Bene, le nostre attrezzature, quelle che dovremmo "tagliare", ieri hanno salvato la vita è un bimbo ricoverato in un altro ospedale". Rissone chiede una ridistribuzione del budget regionale della Sanità: "Che non dev'essere basata solo su criteri ragionieristici, ma tenere conto della qualità del servizio, da noi sicuramente più alti che da altre parti". Il direttore generale dell'Asl 4 ricorda che "al San Giovanni Bosco stanno imparando l'emergenza i cinesi. Siamo un ospedale di riferimento". E conclude: "Il budget dev'essere spostato: non è giusto che rimanga in strutture che non coprono più l'emergenza per Torino Nord. Ci deve essere un riconoscimento economico per chi queste cose le fa, le ha affrontate e addirittura si sposta in altre strutture per salvare una vita".

"Michel era morto". Così è stato salvato

Fuori pericolo il piccolo di 2 anni con la carotide tranciata da un vetro. Nella notte l'intervento dei medici del Giovanni Bosco a Pinerolo. Ieri pomeriggio i piccolo è stato trasferito al Regina Margherita

"Quando il bimbo è arrivato al pronto soccorso di Pinerolo era morto. I medici dell'ospedale Agnelli lo hanno riportato in vita, noi, abbiamo fatto il resto. Ora Michel fuori pericolo".
Il primario di Rianimazione del San Giovanni Bosco, Enrico Visetti, ha il viso segnato dopo una notte terribile. Michel Oreglia, 2 anni, che l'altra sera ha rischiato di morire dissanguato con la gola tagliata dal vetro rotto di una porta di casa, è stato trasferito ieri pomeriggio nel reparto di Chirurgia del Regina Margherita. Ce l'ha fatta. I chirurghi vascolari Marco Trogolo e Claudio Baracco (dell'équipe di Ferruccio Ferrero) sono riusciti a ricostruirgli la parte dell'arteria recisa, utilizzando un altro lembo d'arteria, "perché una semplice sutura non sarebbe bastata e sarebbe stato oltretutto un corpo estraneo nell'organismo di un bambino troppo piccolo". L'intervento è durato circa due ore: Michel, oltre alla profonda lesione al collo (carotide e giugulare) ha anche una ferita al braccio destro, provocata sempre dal vetro che ha colpito il piccolo caduto a terra come una ghigliottina.
Michel deve la vita ai medici dell'ospedale Agnelli e ai colleghi di Torino, chiamati a casa e portati a Pinerolo a bordo di una gazzella dei carabinieri lanciata a sirene spiegate. Grazie a un accordo creato alcuni anni fa dall'ex responsabile medico del "118", Francesco Enrichens, esistono infatti a Torino e provincia tre équipe di chirurghi vascolari (San Giovanni Bosco, Molinette e Mauriziano) a disposizione di tutte le emergenze più complicate: "Ieri -racconta il dottor Trogolo - era il turno delle Molinette, ma siamo stati chiamati ugualmente. Da casa abbiamo avvisato il nostro ospedale che ci preparassero tutti i ferri da camera operatoria, quando siamo arrivati al San Giovanni Bosco per ritirare l'attrezzatura c'era già l'auto dei carabinieri da None siamo stati scortati da una seconda auto dei carabinieri, e all'ingresso dell'ospedale Agnelli c'erano due infermieri ad attenderci per portarci in sala".
Ogni fase del delicato intervento centro è stata seguita dal dottor Visetti. Non un minuto da perdere al punto che si era pensato di trasferire i chirurghi da Torino a Pinerolo in elicottero, ma l'elisoccorso non ha potuto decollare perché alle 20 le condizioni di luminosità erano al limite per un volo di quella distanza.
Terminata l'operazione, Michel è stato trasferito subito a Torino, nel reparto di rianimazione del San Giovanni Bosco dov'è stato fatto arrivare apposta un letto per bambini ("Se fossero sorte complicazioni c'erano l'équipe neurochirurgica a disposizione"), e da qui, ripresa conoscenza, il piccolo è stato nuovamente caricato in ambulanza per il regina Margherita, l'ospedale infantile, il centro più adatto per la degenza.
Proprio con l'Infantile, già l'altra sera, è esplosa una polemica "Quando in piena fase d'emergenza abbiamo chiesto di portare lì il piccolo ci è stato risposto che non c'erano posti letto disponibili. Hanno rifiutato il paziente" accusa il direttore generale dell'Asl 4 Giovanni Rissone. "In rianimazione - rispondono all'infantile - c'erano sei letti liberi, un settimo era stato già aggiunto per un'emergenza e dal Sant'Anna avevano avvisato che stava arrivando un neonato a rischio. Abbiamo però detto ai colleghi che eravamo pronti ad accettare anche il terzo caso in più".
Non serbano rancori e non alimentano polemiche Bruno e Carmela Oreglia, il padre a la madre di Michel. Attendono con gli occhi lucidi fuori dal reparto di Rianimazione che arrivi la barella col figlio da trasferire. E quando Michel esce, gli occhi ancora chiusi e il respiratore che lo aiuta a vivere, abbracciano il dottor Visetti a scoppiano in un pianto liberatorio. "Michel giocava con la sorellina - racconta la mamma -. Improvvisamente ho sentito una porta sbattere e rumore di vetri. Mio figlio era a terra, in una pozza di sangue. Ora è vivo, quando si è svegliato ci ha riconosciuti. Questi medici lo hanno salvato".
Marco Accossato

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