GIOVANNIRISSONE
PSICHIATRA
MANAGER DELLA SANITÀ PUBBLICA E DELL'EMERGENZA
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Giovanni Rissone - Manager della sanità pubblica e dell'emergenza
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Giovanni Rissone - Una vita da matto vestito da dottore

Rassegna stampa su Giovanni Rissone


da La Repubblica del 05-02-2001

Se passano i tagli della Regione, il team medico andrà a Milano

"Non toglieteci l'équipe record"

L'appello del San Giovanni Bosco

Clicca per scaricare l'articolo originale (formato pdf) "Il caso della donna operata al cervello grazie alla circolazione extra corporea e l'ipotermia, uno dei dieci interventi del genere sinora compiuti nel mondo, dimostrano quanto l'équipe del Cardioteam sia importante per la sanità torinese. Eppure oggi rischiamo di perderla". È un appello quello che Riccardo Bevilacqua, primario dell'ospedale San Giovanni Bosco - dove l'equipe ha realizzato l'operazione da Guinness - lancia alla Regione. Si, perché una realtà positiva della cardiochirurgia torinese (seimila interventi al cuore in sei anni, ma non solo) rischia di sparire, cancellata da una delibera regionale in discussione stamattina dalla Giunta Ghigo. Il provvedimento legislativo, se sarà adottato, ridurrà del 50 per cento la somma che la regione rimborserà a chi ricorrerà ad una prestazione sanitaria in una struttura non convenzionata. Un esempio: chi si fa operare al cuore alla Pinna Pintor dall'équipe cardiochirurgica di Marco Diena e Mauro Cassese (Cardioteam), fino all'altro giorno, otteneva il rimborso regionale del 100 per cento. Se passerà la decisione di decurtare del 50 per cento il risarcimento, il paziente dovrà invece pagare di tasca propria la metà del costo, e cio- 15 milioni. La conseguenza - che più nessun paziente potrà permettersi di ricorrere alle cure di Cardioteam. E la Pinna Pintor, da domani, non potrà più accogliere i malati già prenotati che si trovano ricoverati negli ospedali di Torino e provincia. Torino perderà il fiore all'occhiello della sanità privata, l'équipe di Marco Diena, appunto, che emigrerà in una struttura sanitaria della Lombardia.
Cardioteam a Torino fa scuola da anni, ha i migliori tassi di sopravvivenza (paragonabili agli ospedali statunitensi), opera in emergenza e urgenza anche sabato e domenica, usa tecniche all'avanguardia come i by-pass a cuore battente con l'ausilio dell'endoscopio. Fra qualche mese avrebbe portato a Torino il robot cardiochirurgico californiano "da Vinci", che permetterà di eseguire il by-pass totalmente in endoscopia senza "tagliare" il paziente. Ma non - solo una questione di cliniche private. Cardioteam che ogni anno opera più di mille torinesi - da tempo ha avviato una collaborazione con Giovanni Rissone, il manager che ha trasformato il san Giovanni Bosco nell'ospedale degli interventi record, l'ultimo, appunto, quella della donna operata per un aneurisma alla carotide. Spiega ancora Bevilacqua, che ha lanciato l'appello, sottoscritto da altri sette primari di cardiologia di altrettanti ospedali torinesi: "Grazie a quell'équipe al san Giovanni Bosco possiamo fare un gran numero di interventi di angioplastica. Ma ora siamo alla resa dei conti: la Regione deve dire che cosa vuole fare con la cardiochirurgia".
Il centro universitario delle Molinette, secondo una recente denuncia dei Ds, svolgerebbe "un ruolo insufficiente: produce solo il 22 per cento dei ricoveri, circa 800 all'anno". Un esempio: la sala operatoria del quinto piano, diretta dal cardiochirurgo Giuseppe Poletti, ha svolto nel 2000 un numero troppo basso di interventi, al punto che il manager Luigi Odasso ha allo studio il progetto di fare operare in quelle strutture la chirurgia toracico polmonare.
"Il risultato della delibera, se passera - ha dichiarato ancora Bevilacqua - - che Cardioteam sarà fatto fuori dal Piemonte, ma a pagarne le spese saranno i pazienti piemontesi che non potranno più rivolgersi agli specialisti di loro fiducia". "Se le strutture private non piacciono all'assessore e alla Giunta, prendano qualche altra decisione, ma siano chiari. Incrementi no i numeri alle Molinette magari piazzando la Cardioteam, potenzino il Mauriziano. Ma facciamo qualcosa. Non c'- niente di peggio di una non decisione che rischia di paralizzare la sanità e di provocare enormi disagi alla popolazione".
Alberto Custodero

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