Rassegna stampa su Giovanni Rissone
da ASL4 Informa del 2000
Giovane albanese operato al San Giovanni Bosco con un eccezionale intervento chirurgico
Dieci équipe specialistiche dell'Ospedale San Giovanni Bosco (A.S.L. Torino 4), con il personale
infermieristico di sala, con un intervento durato 27 ore, hanno operato un ragazzo albanese di 24 anni,
affetto da una grave forma di cancro all'emifaccia di sinistra, che nella sua evoluzione aveva spostato
verso l'alto il padiglione auricolare, deformando in maniera devastante il volto e la sua costituzione,
impedendo la masticazione ed invadendo in profondità tutte le strutture vitali nervose e vascolari
del collo, spingendosi alla base del cranio ed avvolgendo la carotide interna.
Nel caso specifico tutti i precedenti interventi eseguiti presso l'Università di Atene, e i
tentativi di cura chemioterapica e radioterapica, sono risultati vani.
Senza questo intervento il paziente non avrebbe avuto alcuna possibilità di sopravvivenza.
Questo intervento di altissima elezione porta l'Ospedale San Giovanni Bosco ad essere in grado di
costituire, di fatto, un importante riferimento per Torino per la terapia chirurgica dei tumori solidi ad
altissima complessità.
Dopo l'Urologia, la Chirurgia Generale, la Gastroenterologia e l'Otorinolaringoiatria, con l'arrivo al
San Giovanni Bosco del Dr. Luigi Solazzo, si è completato l'ultimo tassello della terapia
chirurgica oncologica, cioè quello del distretto testa-collo, con il supporto della nuova
Unità Operativa Oncologica avviata dal 1° gennaio 2000.
Il Dr. Luigi Solazzo, che ha lasciato l'Università per venire al San Giovanni Bosco e poter
operare, ha eseguito l'intervento in collaborazione con l'équipe di Otorinolaringoiatria diretta
dal Dr. Fabio Beatrice. L'intervento ha richiesto un coordinamento tra dieci diverse équipe
specialistiche: otorinolaringoiatria, maxillofacciale, vascolare, chirurgia generale, ortopedia, anestesia,
rianimazione, anatomia patologica, neurologia, neurochirurgia, laboratorio di analisi, radiologia, tre
équipe infermieristiche ed il Centro Immunotrasfusionale AVIS.
Con questo intervento è stato confermato il raggiungimento di un importante obiettivo: lavorare in
gruppo tra i diversi specialisti in modo affiatato, in integrazione; metodica, questa, per avere la
massima possibilità di successo in situazioni sanitarie gravi e di alta complessità.
L'intervento chirurgico effettuato è uno dei pochi al mondo in cui è stata realizzata una
tecnica che integra l'uso di lembi liberi microchirurgici unitamente a metodiche di ricostruzione
macrochirurgica. Questa scelta si è resa obbligatoria in funzione della entità della
asportazione, estesa dalla base del cranio fino alla radice del collo; infatti il lato sinistro del
volto del paziente è stato completamente resecato, conservando il bulbo oculare e vi è
stata l'esigenza di ricostruire completamente la mandibola, la bocca, la parete laterale della faringe e
tutta l'emifaccia; in sostanza il materiale per la ricostituzione delle parti asportate è stato
prelevato da altre zone del corpo del paziente ed "autotrapiantato " nel sito chirurgico avvalendosi di
diverse tecniche ricostruttive tra loro integrate.
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