Rassegna stampa su Giovanni Rissone
da La Stampa del 21-02-1998
Al Giovanni Bosco, l'ultimo piano (20 letti) non sarà affidato alla gestione pubblica. Una clinica privata in ospedale contro
la fuga dei medici
Un ospedale nell'ospedale per evitare la fuga di medici e pazienti verso gli studi privati. Anzi: una clinica di
lusso all'Interno di una struttura pubblica per creare una joint-venture della Sanità. Nascerà al
Giovanni Bosco il primo progetto torinese (secondo del genere in Italia) the offrirà finalmente un
reparto adeguato al medici che hanno scelto di svolgere la loro attività privata "intra moenia",
cioè dentro le mura dell'ospedale, come diceva il decreto del ministro della Sanità che a dicembre
ha messo i camici bianchi di fronte al bivio. Entro fine '98, al settimo piano del Giovanni Bosco, al posto
della chiesa a di un salone riunioni, sorgerà una moderna e attrezzatissima clinica dove i medici
dell'ospedale potranno esercitare degnamente la professione al di fuori del normale orario di lavoro in ambito
pubblico. La gestione del centro sarà affidata all'amministrazione di una nota clinica torinese the si
occuperà anche delle spese di ristrutturazione necessarie: il Giovanni Bosco "presterà" medici
alla clinica, e in cambio incasserà i proventi di servizi come la Tac, la radiologia,il laboratorio
analisi e la ristorazione che resteranno a carico della struttura pubblica. "Una sinergia - spiega il dottor
Giovanni Rissone, direttore dell'Asl 4 - che ci permetterà di superare i limiti esistenti sia nel
pubblico che nel privato, affiancando invece le risorse". In concreto, accanto a stanze, reparti e assistenza al
malato gestiti col tipico stile da struttura a pagamento, i ricoverati potranno contare sull'utilizzo di
apparecchiature e laboratori ad alta precisione che solo un ospedale dai bilanci pubblici può
permettersi. Il progetto Giovanni Bosco costerà dai 2 ai 3 miliardi, interamente a carico del privato, e
secondo i piani dell'Asl 4 potrebbe essere battezzato entro fine anno. "La nuova clinica - precisa Rissone -
avrà 20 stanze singole, ognuna con un letto anche per i parenti dei ricoverati, poi una camera
operatoria, salotti e salottini per le visite, infermieri professionali pagati dal privato". Inizialmente
l'ospedale nell'ospedale sarà un presidio chirurgico, ortopedico, urologico e di otorinolaringoiatria, ma
potrebbe estendersi ad altre specialità. Dall'Asl 4 una ricetta contro la crisi. L'obiettivo Giovanni
Bosco è scongiurare ciò che sta accadendo in altre strutture non solo torinesi all'indomani del
decreto Bindi. "Che cioè - spiega per tuffi il direttore sanitario del Cto, Alessandro Bertinaria - molti
medici hanno deciso di svolgere l'attività privata al di fuori dell'ospedale poiché il ministero
li ha costretti alla scelta fra "intra" ed "extra moenia", ma non ha dato agli ospedali le risorse e i tempi
necessari per creare camere e ambulatori accoglienti e appetibili sia per dottori sia per i pazienti.
"Così - deduce Bertinaria - i professoroni che hanno un nome e già tanti clienti preferiscono
ovviamente lavorare negli studi privati dove il guadagno è maggiore, mentre solo i nuovi medici e quelli
meno conosciuti restano all'interno dell'ospedale". Dati alla mano, le parole del dottor Bertinaria racchiudono
il nocciolo di un'incongruenza italiana e l'origine dell'idea dell'Asl 4 di creare un ospedale a gestione mista
pubblico-privato per tenere legati a sé i medici "catturare" pazienti poco disposti a pagare parcelle da
clinica per stare poi in stanze di degenza frettolosamente ripulite e svendute come reparti di elevato confort.
Un progetto già sperimentato con successo all'ospedale San Matteo di Pavia, che mira a evitare che accada
come al Cto, alle Molinette o al Sant'Anna, dove molti professori hanno snobbato in massa l'opzione
"intra moenia": su 221 medici al Traumatologico ben 137 hanno scelto l'opzione "extra moenia" (appena 2 quindi i
posti letti privati che è stato possibile creare in tutto l'ospedale), mentre alle Molinette sono stati
332 contro 392 a "fuggire" dalle mura dell'ospedale, e al Sant'Anna sono stati 123 contro 66, soprattutto
ginecologi e ostetriche. L'avvio ai lavori della clinica al settimo piano del Giovanni Bosco si avrà fra
poche settimane. Contratto di comodato per 9 anni. Quasi contemporaneamente all'ospedale inizierà anche
la costruzione di un nuovo pronto soccorso (costo 25 miliardi), mentre dal primo marzo verrà avviato il
nuovo complesso operatorio di urologia.
Marco Accossato
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