Rassegna stampa su Giovanni Rissone
da Eco delle Valli Valdesi del 12-12-1986
I nuovi locali dell'ospedale diI Torre Pellice
Il "via" nei tempi previsti
Dalla legge di Riforma sanitaria all'integrazione nel Piano socio-sanitario regionale - Entro l'estate
prossima il termine dei lavori
Iniziati il 14 ottobre dello scorso anno, i lavori di ristrutturazione dell'Ospedale Valdese di Torre Pellice si
stanno concludendo in questi giorni e nel volgere di una settimana i locali di degenza saranno già
utilizzati. Si sono quindi mantenuti i tempi previsti, nonostante gli inevitabili problemi che sorgono quando
si deve intervenire su strutture già esistenti. Della necessità di questa ristrutturazione e
dell'ampliamento per dotare la Val Pellice di una struttura di medicina generale ed interna si parlava
già nel 1968, anno in cui, con l'avvento della legge di Riforma sanitaria (legge Mariotti) la Chiesa
Valdese discusse sul futuro delle sue strutture ospedaliere.
Tre ipotesi erano presenti: quella di farne delle case di cura private, quella di chiuderle perchè
l'impegno di ristrutturazione era valutato come troppo elevato per le nostre capacità finanziarie, e
quella di inserirle nel Piano Nazionale dei servizi pubblici. Fu appunto quest'ultima tesi a prevalere ed ora,
pur rimanendo con le loro autonomie di enti ecclesiastici, gli ospedali, tramite convenzioni, fanno parte del
Piano socio sanitario regionale. Esso prevedeva una necessità per la Val Pellice di 70 posti letto, contro
gli attuali 51, ed ecco quindi in anni diversi, emergere vane ipotesi di ristrutturazione, di cui l'ultima,
redatta net 1984, prevedeva un'ala di raccordo tra il "padiglione" ed il fabbricato originario, la ristrutturazione
del padiglione stesso e, in epoca successiva, comunque entro giugno-luglio '87, la ristrutturazione del fabbricato
centrale e la sistemazione dell'area di accesso. L'opera allo stadio attuale costa all'incirca 2 miliardi e 700
milioni raccolti nell'ambito delle comunità valdesi e metodiste italiane e fra quelle protestanti all'estero.
Come già nel 1821 attorno alla Signora Charlotte Peyrot Geymet ed al gruppo di collaboratori, una larga
solidarietà internazionale permise di portare a termine la costruzione dell'Ospedale, così ora la
stessa solidarietà internazionale ha moralmente e finanziariamente permesso di completare questa parte.
A fiancheggiare l'iniziativa, è dal 1981 operante l'Associazione Amici dell'Ospedale che intesse
collegamenti, organizza manifestazioni, raccoglie finanziamenti attraverso l'autotassazione dei soci,
sollecitando anche contributi da parte di privati. Fino ad ora l'Associazione ha raccolto 330 milioni di cui 225
destinati alla ristrutturazione, mentre la restante parte è stata spesa per attrezzature e per migliorare il
comfort per i degenti.
L'elenco dei contribuenti è lungo, possiamo però citarne alcuni significativi: un ospedale tedesco
ha offerto i letti, mentre il padre di Marco De Marchi, il ragazzo torrese morto l'anno scorso per un incidente
in montagna, ha costruito attrezzature particolari per la sala di fisioterapia. All'esterno pure vi sono state
iniziative: durante l'anno si sono avuti diversi concerti finalizzati alla ristrutturazione e realizzati a cura
della Pro Loco e della Università della terza età.
La parte ristrutturata può ospitare sui due piani 58 degenti, normalmente in stanze a tre letti. Vi sono poi
stanze a due letti per il monitoraggio cardiologico ed alcune singole.
Fanno sempre parte del nuovo complesso le cucine, la sala per la refezione del personale, l'accettazione, mentre
nella zona mansardata al terzo piano è stata ricavata un'ampia sala per riunioni ed attività, oltre
a diversi locali che in futuro saranno destinati ad ufficio.
Nel complesso, l'opera dà al visitatore la sensazione di semplicità e di linearità pur
nella complessità dei problemi da risolvere, e di essere stata voluta e curata anche nei particolari
partendo dall'attenzione sia per l'ospite sia per chi vi dovrà prestare il suo servizio.
"Un grazie particolare" - ci dice il presidente del Comitato di gestione, Prof. Mourglia - "deve essere detto
all'impresa Armand-Pilon di Torre Pellice che con oculatezza e dedizione in poco più di un anno dall'inizio
dei lavori, ci consegna ora la struttura funzionante". E prosegue: "I nostri problemi non sono ancora terminati:
dopo il trasferimento nella nuova sede, dobbiamo occuparci della ristrutturazione della parte centrale
dell'edificio nella quale sino ad ora abbiamo continuato a dare il servizio. Il costo previsto di 700 milioni
è ancora tutto da coprire, ma contiamo di avere ancora la solidarietà e l'appoggio di tutti e quindi
di poter disporre per la prossima estate dell'Ospedale completamente ristrutturato".
Adriano Longo
"Far salute"
Scioperano i medici, i dipendenti delle USSL, i politici litigano su chi debba occupare questo o quel posto nel
comitato della USSL, il ministro della Sanità annuncia propositi di "riformare la riforma"; in tutto
questo guazzabuglio c'è chi invece si propone come "obiettivo: far salute". E' l'USSL della Val Pellice
che in questi giorni ha organizzato un convegno sulla applicazione della riforma sanitaria.
A giudicare dal clima generale attorno alla questione sanitaria l'iniziativa della Val Pellice appare decisamente
di controtendenza e lascia aperta la speranza che si possa riaprire un dibattito culturale tra i più
interessanti della storia recente: quello della costruzione di una nuova cultura della salute.
Un dibattito che aveva visto le nostre chiese parteciparvi attivamente anche con proposte interessanti. Gli
ospedali si sono e si stanno trasformando in presidi aperti ai problemi del territorio, il rapporto tra struttura
pubblica e chiese locali è ricco di esperienze positive, ma anche di delusioni e sconfitte. Ben venga
dunque questo convegno che vuol fare il punto sulla applicazione della riforma sanitaria a livello nazionale ed
esaminare in specifico la realtà piemontese e locale in particolare: verificheremo anche il nostro ruolo in
essa.
È un'occasione positiva perchè tutto quanto si è pensato, scritto e fatto negli anni scorsi
sul tema della salute non resti un mito, ma trovi un ambito di verifica.
La nuova cultura della salute ha avuto negli anni scorsi due grandi punti di riferimento: la prevenzione e il
territorio.
La prevenzione era un tema che nasceva della teorizzazione della centralità della grande fabbrica e della
classe operai. Far salute significava combattere la nocività, bonificare la fabbrica. Oggi ci si rende conto
che quell'idea era giusta, ma parziale. Oggi l'obiettivo di far salute attraverso la prevenzione è riferito
a nuove tematiche come l'ecologia, l'ambiente di vita, gli alimenti. Occorre perciò ridefinire gli obiettivi
in una situazione che è mutata, in una società che è cambiata.
Lo stesso tema del "territorio", cioè del luogo nel quale i cittadini partecipando attivamente alla
gestione della loro salute (il riferimento obbligato è ai consultori femminili), elaborano una cultura
della salute che relativizza il "potere" del medico ad una funzione tecnico-scientifica, va oggi ripensato. Una
cattiva applicazione di quest'idea ha fatto si che i tecnici si siano poco per volta dileguati, per lasciare
posto ai politici che hanno cominciato a gestire le USSL sulla base del consenso che avevano e del potere che
ne ricavavano. Per riavere potere i tecnici si sono omologati al potere, lasciando da parte la ricerca
scientifica. Se è vero che il territorio e la partecipazione sono centrali nel processo di far salute,
è oggi indispensabile che vengano ridefiniti il ruolo tecnico-scientifico ed il ruolo politico, che non si
facciano piani sanitari basati più sull'ideologia che sulla conoscenza della realtà. Di questo si
discute in Val Pellice. Oasi felice?
Giorgio Gardiol
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